Il freddo segna inesorabilmente questa stagione, con le sue temperature vicino allo zero, le strade ghiacciate, i raffreddori.
Immaginate, per uno che si è preso la briga di correre, magari dalle vacanze estive, cosa significhi tutto ciò. Il più delle volte, l’abbandono fino a primavera.
CORRERE COL FREDDO: MA CHI ME L’HA FATTO FARE?
Perché se leggete gli articoli degli esperti, sembra la cosa più naturale del mondo andare per le strade, anche nella stagione più fredda, per praticare jogging.
Invece, e parlo per esperienza personale, decidere di alzarsi la mattina presto, quando fuori è ancora buio, bardarsi per resistere alla temperatura bassa, uscire di casa e mettersi a correre è roba da: “Ma chi me lo ha fatto fare?”.
È normale che, soprattutto di domenica, la voglia sia pari a zero.
Rinunciare al tepore del proprio letto per andare a sudare con il rischio di ammalarsi? Roba da malati, come spesso veniamo etichettati noi runner.
COME VESTIRSI ADEGUATAMENTE.
Tutto questo, per dirvi che non siete soli in questo ostracismo verso la corsa. Non siete voi gli indolenti.
È il comune sentire del podista medio, la cui volontà di allenarsi scende di pari passo con il calare dei gradi.
Premesso tutto ciò, lasciatevi dire che non serve essere Tom Cruise per calzare le vostre scarpe da running e andare a sbuffare sui percorsi cittadini. Le Mission Impossible sono altre.
Con le dovute accortezze, si può sfidare il generale inverno e venirne fuori vincitori.
Come vestirsi? Evitate il cotone che raffreddandosi in maniera rapida vi darà la sensazione di correre con la maglietta bagnata. Investite qualche euro in più per prendere del materiale tecnico aderente idrorepellente.
Proteggete con attenzione le vostre estremità. Il capo, con un berretto, visto che oltre il 30% del calore passa dalla testa. Le mani e i piedi con materiale, anche in questo caso, tecnico (evitate i guanti di lana cuciti dalla nonna).
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L’IMPORTANZA DEL RISCALDAMENTO.
Quando corro, nelle giornate fredde, vedo persone vestite come se andassero al Polo.
Non serve trasformarsi in palombari perché dopo pochi minuti di corsa i troppi capi d’abbigliamento si trasformano in una zavorra per il runner. Insomma, pochi, ma buoni.
Il riscaldamento è sempre necessario, ma in questo particolare periodo lo è ancora di più, magari corricchiando per una quindicina di minuti, a passo molto lento, prima di allungare passo e velocità. Il ghiaccio è pericoloso.
Mio marito scivolò su una lastra, qualche anno fa, durante una corsa, finendo per picchiare il naso sul cemento.
COSE DA EVITARE.
Se potete, evitate di uscire con strade a rischio scivolo perché correreste anche in maniera non naturale per mantenere l’equilibrio.
Cercate di finire sempre il vostro allenamento vicino a casa in modo da infilarvi sotto la doccia in pochi minuti.
Lasciar passare troppo tempo, infatti, è un suicidio per la propria salute. Al massimo, portatevi dei ricambi da indossare velocemente per non rimanere bagnati. Insomma, con un po’ di buona volontà e qualche opportuno accorgimento si può correre anche con il freddo.
Del resto, i cenoni si avvicinano e la pancia rischia di crescere.
E, voi, cari podisti domenicali, eroi della corsa amatoriale, preferite il lettone caldo o vi avventurate per le strade invernali, incuranti del freddo? Raccontateci le vostre esperienze.
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