Sai quanti respiri fai nel corso di una giornata qualunque? Dai 20 000 ai 30 000! Nessuno di noi ci fa troppo caso poiché la respirazione avviene in modo automatico, ma automatico non è certo sinonimo di ottimale.
Non utilizzando i polmoni al massimo della loro potenzialità, infatti, causiamo un accumulo di aria stantia all’interno del nostro organismo, che col passare del tempo porterà ad una condizione di stress, ansia e minore vitalità.
Come funziona il Pranayama?
Il Pranayama è una tecnica di respirazione che alterna due movimenti radicalmente opposti tra loro:
- l’inspirazione tramite la contrazione del muscolo diaframma
- l’espirazione in cui si ha un rilasciamento del diaframma
Effettuando le tecniche del Pranayama si lavora anche in una terza fase della respirazione, detta di trattenimento: il respiro viene sospeso dopo una profonda inspirazione (dove raccogliamo tutta l’aria ricca di vitalità) o dopo una espirazione completa (con i polmoni svuotati di tutta l’aria nociva).
I benefici del Pranayama per l’organismo
Lavorare sul diaframma permette di migliorare tutte le funzioni svolte o facilitate da questo muscolo. In questo modo non migliora solo la respirazione, ma anche:
- la concentrazione di ossigeno nei tessuti
- la postura per la sua azione di protezione sulla cerniera lombare
- la digestione e la funzionalità intestinale
- la funzionalità vescicale per lo stretto rapporto che ha con il perineo
- la circolazione venosa, arteriosa e linfatica per l’azione di pompaggio esercitata sull’aorta, sulla vena cava e sul canale toracico
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Il legame tra corpo e respirazione
Attraverso la pratica dello Yoga scopriamo che il corpo e il respirazione sono due realtà interconnesse, le cui leggi sono estremamente semplici: l’agitazione dell’uno crea agitazione dell’altro, la quiete dell’uno, la genera nell’altro.